Le nostre storie: Pierre

E’ anche su Facebook Kombassere Pierre e non molto tempo fa ha pubblicato una foto che lo ritrae con un sorriso tra l’emozionato e il soddisfatto mentre tiene tra le braccia un neonato visibilmente venuto al mondo da pochi minuti. Sulle sue mani ci sono ancora i guanti di lattice e quel bimbo è il primo che il giovane medico ha aiutato a nascere durante il suo tirocinio come studente dell’ultimo anno di medicina Il neo dottore è il fiore all’occhiello delle adozioni a distanza di Kibarè onlus. Pierre è nato in un piccolo villaggio di nome Ghoghin a una ventina di chilometri dalla capitale Ouagadougou. Capanne di argilla con il tetto di paglia, qualche gallina e qualche capra che si aggira nei cortili delle capanne, sterpaglie secche ovunque e terra polverosa…tanta terra polverosa e secca che ricopre la pelle dei bambini che giocano rincorrendosi liberi. Le donne hanno le giornate piene…si alzano prestissimo per fare scorta d’acqua al pozzo del villaggio; pestano nei giganteschi mortai di legno i semi di miglio per togliere gli scarti, macinano a mano con grosse pietre i semi per ricavarne farina, cucinano la loro tradizionale polenta su focolari all’esterno delle capanne e aiutano i mariti nei campi con le coltivazioni che provvederanno all’alimentazione delle famiglie per tutto l’anno. C’è una scuola a Goghin….piccola e ormai datata perché costruita sedici anni fa da due famiglie di Como che, avendo perso in un tragico incidente stradale i loro figli, hanno voluto perpetuare il loro ricordo nel cuore dei bambini che l’avrebbero frequentata. E Pierre, grazie alla volontà dei suoi lungimiranti genitori e all’adozione a distanza, ha mosso i suoi primi passi nel mondo dell’istruzione, cominciando ad apprezzare e ad amare la possibilità di muoversi con la fantasia, con il pensiero, con la lettura, per esplorare mondi diversi da quello del villaggio in cui era nato, primo di numerosi altri fratelli.

Non ha mai deluso nessuno. Si è sempre applicato con serietà ed ha cominciato a sognare senza mai perdere di vista il fatto che nessuno avrebbe realizzato quel sogno per lui e che soltanto il suo impegno, la sua passione, la sua tenacia lo avrebbero condotto a realizzare il suo obiettivo: diventare medico per essere utile alla sua gente e al Paese che ama, Paese nel quale la salute non è un diritto ma spesso un privilegio.

Il suo percorso non è stato sempre semplice. Quando mancavano ormai pochi anni alla conclusione del liceo, l’Ong italiana che lo seguiva ha deciso di abbandonarlo perché lo riteneva ormai grande e non più bisognoso di sostegno. Ed è a questo punto che Kibarè ha deciso di continuare a investire su di lui, sulle sue risorse, sui suoi sogni. Da sei anni Pierre ha un padrino che condivide le sue speranze tanto da andarlo ad incontrare una volta l’anno, che gli porta i testi che in Burkina Faso non riesce a trovare, che gli ha procurato alcuni strumenti indispensabili all’esercizio del suo lavoro.

Siamo ormai vicini all’ambito traguardo della laurea. Pierre, come commento alla foto pubblicata su facebook, ha scritto in un italiano tradotto dal computer: “Benvenuto in mondo, bambino!”.

Non abbiamo bisogno d’altro….Nelson Mandela ha detto:” Un vincitore non è altro che un sognatore che non si è mai arreso” ……continua a sognare con noi, Pierre!!!

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