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Kibaré Newsletter dicembre 2022
EDITORIALE
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Editoriale
Cari amici,
Anche l’anno 2022 sta per terminare.
La consapevolezza che il tempo scorre a volte troppo veloce
si fa strada inesorabilmente, addolcita solo dalla soddisfazione per il lavoro
svolto e gli obiettivi raggiunti che, in particolare in questo 2022, sono stati
significativi e meritori di essere condivisi con tutti i nostri sostenitori.
Dopo un lungo periodo di azioni a distanza, dovute alla
pandemia e all’insicurezza politica in Burkina Faso, siamo finalmente riusciti
a realizzare ben due missioni e a recarci nel Paese in giugno e in ottobre. Lavorare in presenza sul territorio rende
ogni azione più concreta e proficua e permette una visione realistica e
immediata della realtà del Paese che favorisce la rapida impostazione dei
progetti e la determinazione della tempistica per la loro realizzazione.
Abbiamo affrontato le nostre missioni con un po’ di timore.
Entrambe le volte, non molto tempo prima della nostra partenza avevano avuto
luogo dei colpi di stato e potevamo fidarci soltanto del sentire e delle
informazioni dei nostri partners locali per avere un quadro veritiero della
situazione.
Di fatto, soprattutto la missione di ottobre, a 20 giorni
circa di distanza dall’ultimo colpo di stato, ci ha regalato un cauto ottimismo
e ci ha tranquillizzato in merito alla possibilità di continuare a lavorare
senza problemi.
Il capitano dell’esercito Ibrahim Traorè che ha spodestato
il Presidente Damiba, autonominatosi a seguito del precedente colpo di stato
avvenuto nel mese di febbraio di questo stesso anno, è giovane, ha solo 34 anni
ed è molto amato dalla popolazione burkinabè perché ricorda, sia come idee che
come valori ed ideali, il presidente Thomas Sankarà, assassinato nel 1987 dopo
soli tre anni di presidenza. Eletto a furore
di popolo alla presidenza del Paese per i prossimi due anni di transizione in
preparazione delle elezioni del 2025, ha come obiettivo prioritario di
ripristinare la sicurezza nel Paese proteggendo la popolazione dagli attacchi
terroristici che dal 2016 hanno creato instabilità e paura e determinato la
morte di un numero difficile da quantificare di civili e militari. Per non
trascurare i circa 2 milioni di sfollati interni che riempiono i campi profughi
e appesantiscono ulteriormente la già precaria situazione economica del Paese.
Con fondati presupposti di ottimismo e speranza ci
accingiamo, perciò, ad affrontare l’anno 2023.
Festeggeremo i dieci anni di Kibaré con un nuovo, grande progetto e con
una serie di eventi che, oltre a permetterci di raccogliere fondi per implementare
le nostre attività, ci consentiranno di stare insieme e rafforzare lo spirito
di appartenenza a questa piccola ma determinata associazione della quale siamo
orgogliosi di essere soci.
Buone feste, cari amici. L’augurio migliore che possiamo
rivolgere a tutti noi è quello di ritrovare la pace e rimanere saldi nel
rivendicare la dignità della vita, qualunque vita, in qualunque parte del
mondo.
Olivia Piro
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