la missione dei nostri operatori in Burkina Faso nel mese
di marzo 2024 ci permette di tenervi aggiornati in merito alla situazione
politica del Paese e alle problematiche socioeconomiche che la popolazione
burkinabè è costretta ad affrontare. Il
Paese è sempre sotto scacco degli attentati terroristici che, periodicamente,
colpiscono alcune regioni del nord e del nord est. È pressoché impossibile
definire la matrice di questi attentati che mirano ad uccidere cristiani,
musulmani, militari, civili indifferentemente. Alcuni esperti di politica del
Paese sostengono che è in atto un’azione mirata all’occupazione di una fascia
di territorio che, unita alle fasce limitrofe di Mali e Niger, possa dare
origine ad un nuovo stato islamico indipendente. Sono solo ipotesi ma certo è che le zone
colpite sono sempre le stesse e che le popolazioni che le abitano si stanno
allontanando abbandonando tutto quello che possiedono per trasferirsi in zone
più sicure dove, peraltro, gli autoctoni che vi risiedono non sempre sono
disponibili all’accoglienza. Laddove c’è penuria di acqua e di cibo, è ovvio
che bocche in più da sfamare costituiscono un serio problema. In questo panorama, nel quale è difficile
intravvedere soluzioni a breve termine, lo Stato è costretto a dare priorità
alla messa in sicurezza del Paese. Sono state acquistate armi affinché ciascun
soldato burkinabè possa disporre di un fucile (tempo fa un fucile era a
disposizione di cinque soldati). Sono stati acquistati droni e aerei
ricognitori per individuare e stanare i covi di terroristi celati nelle aree
colpite, e sono state messe in atto misure di sicurezza, soprattutto nella
capitale sovraffollata dai rifugiati interni, per proteggere il Presidente ma
anche per prevenire eventuali attentati. Il giorno antecedente alla partenza
dei nostri operatori era stato diramato un’allerta che consigliava di non
frequentare luoghi affollati in previsione di possibili momenti di
difficoltà. Poi, di fatto, non è
successo nulla ma è chiaro che la vita per la popolazione locale non può essere
all’insegna della tranquillità. I
burkinabè continuano a svolgere le loro attività con regolarità. Si fidano
dell’attuale governo di transizione e condividono, almeno la maggioranza, le
scelte operate dal Presidente, non ultima quella di uscire dal
CDAO (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e di impegnarsi
(Burkina Faso, Niger e Mali) per la costituzione di una moneta indipendente
diversa dall’attuale franco cefa che dipende in tutto e per tutto dalla Francia.
Operazione che richiederà anni e non sarà di così facile realizzazione.
Permane, all’interno del Paese, un atteggiamento ostile
nei confronti della Francia e dei Francesi, che si manifesta nelle non
concessioni dei visti di ingresso per i francesi nel Paese, nel non rilascio di
licenze per motivi di lavoro, nell’ostacolare le attività francesi già
esistenti.
Le categorie maggiormente penalizzate da questa
situazione sono quelle di cui Kibarè si occupa. Bambini, donne, giovani,
famiglie portatrici di problematiche socioeconomiche rilevanti che si trovano
in condizioni di forte disagio a causa della mancanza di cibo, lavoro, e, cure
sanitarie. I nostri operatori hanno visto con i loro occhi le centinaia di
giovani che si sono arruolati nell’esercito, sacrificando possibili carriere in
altre professioni perché essere un militare è garanzia di un salario fisso mensile. E così possibili avvocati, architetti,
commercialisti, rischiano la vita nelle zone calde del Burkina Faso in una
guerra che non riesce a definire gli obiettivi del nemico e non permette di
elaborare significative modalità di difesa.
In questa newsletter potrete leggere un articolo di Save
the children relativo ai minori dei Paesi del Sahel dispersi a causa delle
problematiche che Niger, Mali e Burkina Faso stanno affrontando.
Kibarè resta comunque ben presente in Burkina Faso. I
suoi progetti, grazie ai finanziamenti che i sostenitori garantiscono
annualmente all’associazione, sono regolarmente implementati e la valutazione
del loro impatto sul territorio è decisamente positiva. A volte siamo costretti ad operare interventi
di assistenza in deroga al mandato che l’associazione si è data al momento
della costituzione, ma la flessibilità è d’obbligo in un contesto che può
variare non solo da un giorno all’altro ma addirittura da un’ora con
l’altra.
Per questo il vostro sostegno è fondamentale e ci incoraggia
ad intraprendere le nostre azioni di cooperazione senza esitazioni e con
fiducia in un cambiamento che contribuisca alla crescita e allo sviluppo del
Paese.
Olivia Piro
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